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«Tempus fugit» dicevano i Latini… E quanto avevano ragione
P. “Ci siamo con il tuo motore?”
Puntuale come un cronometro
I. “Lasciami serrare quest’ultimo dado e…ci siamo! È pronta”
P. “Spero che stavolta sarai più fortunato con il tuo motore”
Non vedo la solita alterigia nei suoi occhi, stavolta si fa sul serio e il mio pilota inizia sentire il peso della responsabilità.
I. “Andrà bene, fidati di me”
P. “Mi fido, mi sono sempre fidato.”
Il giudice di gara irrompe: “10 minuti alla vostra crono, se il pilota è pronto, potete portar fuori la moto e scaldare i motori.”
P. “Bene vecchio mio, vediamo in che modo mi porterai alla gloria”
I. “Guida il tuo acciaio e vincete insieme”
Scende la visiera. Il motore si sveglia. È fluido il suo girare sull’albero. Nessuno imperfezione acustica. Leva giù, prima innestata ci avviciniamo alla linea di start.
I. “Se senti che qualcosa non va, ferma tutto. Hai più cavalli, più aerodinamicità, più coppia. Sei seduto su una bomba se le cose precipitano, molla tutto.”
P. “Sei sempre stato il migliore a rassicurare i piloti. Ma ti voglio bene comunque”
Calcolo solo i rischi, ci sono troppe variabili che non abbiamo testato a i rischi imprevisti si moltiplicano esponenzialmente. Ma ora non c’è più tempo. Il giudice si avvicina al mio pilota e la sua cavalcatura, gli urla qualcosa per farsi sentire dietro il casco, poi si allontana.
Il timer conta 3… 2… 1… L’urlo del motore dilania l’aria intorno, le marmitte squarciano il silenzio e in un attimo il mio pilota è già un puntino diretto verso l’orizzonte.
P. “9.000 giri … 10.000 … 11.000 …”
Silenzio
I. “Allora? Dai, parlami”
P. “Mi Dio sto volando, 13.000 giri… 13.200… 13.300 ma sto perdendo potenza”
I. “Fidati di me, apri tutto quel dannato polso!”
P. “Come vuoi, sei tu il capo. 13.400 gira… 13.600… 13.800…14.300 giri!”
Guardo il giudice, lui annuisce, poi il timer
I. “È record! Record! Record!”
Il “sssssiiiiii” del mio pilota è musica che suona nelle mie orecchie per lunghi e meravigliosi secondi. La moto, effettuata la svolta, torna indietro. Il giudice mi comunica: è ufficiale, un nuovo record di velocità su strada.
P. “Appena torno ti voglio abbracciare”
I. “Appena torni avrai di che lavorare tra stampa, sponsor, champagne e, ovviamente, belle ragazze”
P. “Diamine, quasi dimenticavo: le mie fan!”
I. “Non cambi mai; non stancarti troppo, mi raccomando.”
P. “Tranquillo vecchio, ma tu non aspettarmi sveglio”
Il tabellone viene aggiornato: moto e pilota, un binomio perfetto. Non c’è spazio per gli ingegneri, per i meccanici, per i tecnici e forse è giusto così. Gli eroi sono persone comuni che per inseguire un loro ideale, sono disposti a perdere la vita, ma a noi regalano un sogno.
Chissà, magari un giorno potrei… magari iniziando da cose semplici… con la giusta tuta… un casco con la visiera scura specchiat…
I. “Naaaa… non fa per te vecchio mio. Tu stai bene con l’acciaio. Il nudo, freddo, dannatamente delicato e affascinante acciaio”
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Scritto da Marco Fabbretti
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